lunedì 6 febbraio 2012

Ma il calcio, è ancora uno sport?


   Mi sono sempre chiesto come mai "lo sport" così com'è definito il calcio, ha sempre un largo seguito. 
  Di questo fenomeno da baraccone il cui scibile, elargito a piene mani in non so quanti programmi televisivi, che non ho mai esitato a definire "la cultura degli ignoranti", non ero mai riuscito ad enucleare la sua essenza anche se, pur intimamente, un'idea (brutta) me l'ero già fatta.
  Le parole di Massimiliano Allegri, allenatore del Milan, mi hanno confermato ciò che da sempre sospettavo:

“ci voleva un po’ di adrenalina, perché ultimamente si vinceva facile: per vincere i campionati serve cattiveria, sennò sembra di essere a teatro e non allo stadio”.

É la cultura della violenza.

Dalle urla degli antichi romani, spettatori del Colosseo, che assistevano e godevano del sangue dei gladiatori nell'arena fino ad arrivare ai nostri stadi (e dintorni), questa voglia di violenza è da sempre coltivata, condivisa e giustificata con le più disparate ed autorevoli bugie.

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